
Posa in opera dei laterizi
UN'ATTENTA PROGETTAZIONE, MATERIALI DI QUALITA' ed UNA CORRETTA POSA rappresentano il trittico di successo.
Chiaro è che l'ultimo anello, il più importante, può confermare o inficiare la bontà di un progetto e la qualità dei prodotti scelti.
Di seguito si troverà un veloce excursus delle fasi operative da seguire per la realizzazione "a regola d'arte".
Lo stoccaggio in cantiere
Se si prevede che i blocchi rimangano in cantiere per qualche tempo prima della posa in opera, bisognerà predisporre un'area di stoccaggio piana (necessaria soprattutto se si devono sovrapporre più pacchi), e assicurare protezione dalla pioggia, dagli spruzzi di fango, dalla neve e del sale antighiaccio dovuti ad un eventuale passaggio di veicoli (Eurocodice 6, punto 6.2.2). Il materiale non dovrà appoggiare direttamente sul terreno, per evitare il contatto con sostanze (soprattutto sali solubili) che potrebbero causare efflorescenze nella muratura o scarsa aderenza fra intonaco e laterizio.
La scelta degli elementi
Anche in una produzione di qualità alcuni elementi possono presentare difetti, dovuti sia alle sollecitazioni del trasporto (rotture e sbeccature), sia a problemi di produzione (ad esempio fessurazioni o scagliature). Al momento della posa dovranno quindi essere eliminati i blocchi che presentino lesioni (è importante soprattutto l'integrità delle pareti esterne nei blocchi strutturali), in particolar modo quando si realizzano murature presumibilmente molto sollecitate (pilastri, angoli, maschi murari fra finestre e porte ma anche tamponamenti di rilevanti dimensioni ecc.). Per operare con criteri di obiettività, la scelta va fatta riferendosi alla norma Uni 8942 Parte 2° "Limiti di accettazione".
La bagnatura dei laterizi
E' buona norma che i blocchi siano bagnati prima della posa in opera, e la bagnatura dovrà saturare il laterizio, ma senza ristagni d'acqua in superficie. Il laterizio, saturo, non sottrarrà acqua alla malta e la superficie asciutta eviterà, nel contempo, la formazione di una pellicola di separazione che potrebbe compromettere l'aderenza fra i diversi elementi costituenti la muratura (fatto che, fra l'altro, può facilitare la penetrazione dell'acqua meteorica). Blocchi non sufficientemente bagnati tenderanno a sottrarre l'acqua di impasto della malta, "bruciando" la malta stessa e causando quindi una sensibile riduzione della resistenza della muratura. E’ assolutamente da evitare il tentativo di compensare la scarsa bagnatura del laterizio con un eccesso d'acqua della malta.
Gli spessori delle murature portanti
Secondo le attuali normative, lo spessore minimo delle murature portanti in laterizio normale o alleggerito in pasta, e quindi anche in Alveolater°, deve essere almeno pari a:
in zona non sismica
- cm 20 per murature in elementi semipieni (classe 45)
- cm 25 per murature in elementi forati (classe 50-55)
in zona sismica
- cm 24
Si possono impiegare esclusivamente elementi pieni o semipieni e il limite minimo di 24 cm vale sia per il laterizio normale che per il laterizio alleggerito.
Tutti questi valori sono al netto degli intonaci. E' bene utilizzare elementi che garantiscano, con ampia sicurezza, il rispetto degli spessori stabiliti, ricordando che, ai fini della durabilità e dell'affidabilità termica, il modestissimo maggior costo di qualche centimetro in più nello spessore del muro sarà ampiamente ripagato nel corso della vita utile dell'edificio.
I giunti di malta
I giunti di malta devono essere preferibilmente continui, ossia coprire l'intera faccia verticale e orizzontale del blocco e comunque, se si eseguono giunti interrotti per migliorare le prestazioni termiche del muro, la distanza fra le due "strisce" di malta non deve essere maggiore di 2-3 cm in modo da non ridurre le prestazioni statiche del muro.
Se si vuole aumentare in modo significativo questa distanza, come pure se si vogliono realizzare giunti di spessore inferiore a 5 mm o superiore a 15 mm sarà necessario determinare sperimentalmente la resistenza del muro su campioni provati in laboratorio.
Per i blocchi a incastro, che sono messi in opera senza giunto verticale di malta, o nei quali il giunto è concentrato in una “tasca” (il loro impiego è limitato alle zone non classificate sismiche, come chiaramente espresso dal D.M. 16 gennaio 1996 e dalla relativa circolare illustrativa n° 65 del 28 aprile 1997), è obbligatoria la determinazione della resistenza meccanica su muretti, anche nel caso di blocchi semipieni (F/A ≤ 45 %). Infatti le tabelle A e B del decreto 20 novembre 1987, che consentono di ricavare la resistenza del muro conoscendo la resistenza della malta e dei blocchi, sono applicabili soltanto nel caso di blocchi semipieni e in presenza di giunti di malta continui, verticali e orizzontali.
Dei giunti di malta si occupa diffusamente l’Eurocodice 6 “Progettazione di strutture di muratura-Parte 1-1”, che prevede, oltre alla posa tradizionale, sia il caso del letto di malta interrotto, sia il caso dei giunti verticali non riempiti (interrotti o a incastro).
Se non sono disponibili prove sperimentali, la resistenza delle murature va valutata applicando la formula prevista al punto 3.6.2.2
fk = K f b0,65 fm0,25
dove K può variare da 0,60 a 0,40 in funzione delle caratteristiche del laterizio e della malta, mentre sono le resistenze a compressione di blocchi e malta, in N/mm2.
La stessa formula può essere utilizzata per valutare la resistenza della muratura in presenza di giunti di malta interrotti. In questo caso K è variabile da 0,30 per b/t = 0,8 a 0,60 per b/t ≤ 0,5 cioè in funzione del rapporto fra la distanza fra gli assi delle strisce di malta (b) e lo spessore del muro (t).
Un blocco semipieno (Gruppo 2a, volume dei fori compreso fra il 25 e il 45% del volume lordo del blocco, spessore del muro monostrato = 30 cm), con resistenza normalizzata pari a 15 N/mm2 (valore di resistenza corretto con un coefficiente che tiene conto della forma del blocco), in opera con una malta con resistenza di 8 N/mm2, può assicurare una resistenza caratteristica a compressione della muratura di 5,4 N/mm2. Un muro realizzato con gli stessi blocchi, con la stessa malta, distesa però su due strisce parallele di 6 cm ognuna, fornisce soltanto 2,9 N/mm2. Nel caso il letto di malta sia continuo ma i giunti verticali non siano riempiti, secondo l'Eurocodice non c’è riduzione della resistenza a compressione del muro. La posa a giunti interrotti va però comunque a scapito della resistenza della muratura agli sforzi taglianti: con giunti orizzontali interrotti la resistenza a taglio in assenza di carichi verticali fvk0 si riduce secondo il rapporto g/t (larghezza totale delle due strisce di malta/spessore del muro), e nel caso prima esaminato, si riduce a 6+6/30= 0,4 fvk0.
Lo sfasamento dei giunti verticali
I blocchi Alveolater° per murature strutturali (o portanti) devono essere posti in opera a fori verticali; quelli per murature di tamponamento vanno in opera generalmente a fori orizzontali.
Non mancano tuttavia elementi con posa in opera a fori verticali. Indipendentemente dal tipo di muratura che si vuole realizzare, i giunti verticali devono essere sempre opportunamente sfalsati.
Per lo sfalsamento S dei giunti verticali si può assumere il seguente riferimento: S > 0,4 h> 40 mm dove h è l'altezza del mattone o blocco La sovrapposizione S deve quindi essere maggiore di 0,4 volte l'altezza dell'elemento (h) e comunque sempre maggiore di 40 mm (Eurocodice 6, Punto 5.1.4). Pertanto, per un blocco di altezza di 20 cm la sovrapposizione dovrà essere non inferiore a 8 cm.
Le malte
Il D.M. 14 settembre 2005 “Norme tecniche per le costruzioni” del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti al Capitolo 11 “Materiali e prodotti per uso strutturale” indica per le malte quanto segue:
Malte a prestazione garantita
Le prestazioni meccaniche di una malta sono definite mediante la sua resistenza media a compressione fm. La categoria di una malta è definita da una sigla costituita dalla lettera M seguita da un numero che indica la resistenza fm espressa in N/mm2 secondo la tabella 11.10.III.
Non è ammesso l'impiego di malte con resistenza fm ≤ 1 N/mm2.
Classe | Tipo | Cemento | Calce aerea | Calce idraulica | Sabbia | Pozzolana |
M2.5 | idraulica | - | - | 1 | 3 | - |
M2.5 | pozzolana | - | 1 | - | - | 3 |
M2.5 | bastarda | 1 | - | 2 | 9 | - |
M5 | bastarda | 1 | - | 1 | 5 | - |
M8 | cementizia | 2 | - | 1 | 8 | - |
M12 | cementizia | 1 | - | - | 3 |
- |
Nota:
Malte di diverse proporzioni confezionate anche con additivi, preventivamente sperimentate con le modalità riportate nella norma UNI EN 1015-11:2007, possono essere ritenute equivalenti a quelle indicate in tabella qualora la loro resistenza media a compressione non risulti inferiore a quanto previsto in tabella 11.10.III
L'Eurocodice 6, al Punto 3.6.2.4, riporta una formula che consente di ricavare la resistenza fk della muratura costruita con l'impiego di malta alleggerita, qualora non siano disponibili dati sperimentali:
fk = K f b0,65 dove
K = 0,70 se la densità della malta è compresa fra 700 e 1500 kg/m = 0,55 se la densità della malta è di 500-600 kg/m3.
fb è la resistenza meccanica del singolo blocco