Il mercato chiede che i prodotti da costruzione siano ecosostenibili e biocompatibili. Non importa se sia laterizio o, invece, un materiale di sintesi: è essenziale che abbia il prefisso “bio” o qualche marchio ecologico. In realtà la distinzione non dev’essere tra nomi o marchi, ma tra aziende, tecnologie e prodotti in grado di rispettare e garantire i requisiti fondamentali.
Costruire secondo criteri di biocompatibilità ed ecosostenibilità significa preoccuparsi sia dell’ambiente che del consumo di risorse nonché della qualità e del comfort delle abitazioni.
L’industria del laterizi rispetta l’ambiente e il territorio.
Il laterizio viene realizzato utilizzando l’argilla. Chi esercita attività estrattive, oggi rispetta rigidi vincoli locali e opera compatibilmente con l’ambiente e con le con le attese della collettività. L’impatto sul territorio è limitato, anche nel tempo, grazie alle operazioni di ripristino, che costituiscono parte integrante dell’attività estrattiva. Il ripristino garantisce la restituzione dell’area scavata allo stato originale e il corretto inserimento nell’ambiente circostante, a volte riqualificando anche saggisticamente il territorio interessato, a beneficio di tutti.
LATERIZIO ALVEOLATER®, ECOLOGICO PER ECCELLENZA
Un’abitazione deve basarsi sull’utilizzo di materiali naturali, che richiedano poca energia di produzione e che siano facilmente riciclabili; che creino all’interno un clima salutare, consentendo alle pareti di “respirare” e di avere una spontanea regolazione della temperatura e dell’umidità interna; che realizzino un ambiente tranquillo e isolato dai rumori interni ed esterni.
Se si condividono questi principi, fondamentali per le costruzioni ecologiche, allora viene naturale associare a questi materiali naturali il nome “laterizio”, sia nella sua veste tradizionale, sia nelle molteplici tipologie pensate per ridurre naturalmente le dispersioni di calore dell’ambiente, come ad esempio il laterizio Alveolater®.
CON ALVEOLATER® I MURI RESPIRANO
A parte le enunciazioni, il laterizio ha effettivamente alcune caratteristiche di estremo interesse. La permeabilità al vapore, per esempio: il vapore che si crea negli ambienti abitati tende a spostarsi dalle zone di maggior concentrazione verso zone a minore concentrazione: in inverno, andrà dall’interno verso l’esterno dell’abitazione. Se la resistenza al passaggio del vapore è bassa, come soprattutto nel caso di laterizio Alveolater®, il vapore attraverserà la parete; in caso contrario condenserà all’interno della parete stessa. Naturalmente, per evitare di sprecare questa caratteristica, le finiture (intonaci e tinteggiature) dovranno avere caratteristiche omogenee, evitando con attenzione l'impiego di finiture superficiali caratterizzate da bassa permeabilità al vapore, le quali, bloccandone la migrazione, creerebbero pericolosi ristagni, con conseguente peggioramento delle caratteristiche termoisolanti inizialmente previste.
Una normale argilla alleggerita, estrusa, ha coefficiente di resistenza al passaggio del vapore µ pari a 8÷10 e quindi una permeabilità al vapore δ di 2,38÷1,94•10-8 g/msPa: valori di eccellenza fra tutti i materiali da costruzione.
ISOLAMENTO TERMICO SANO E NATURALE
La conduttività dell’argilla alleggerita in pasta può raggiungere valori di 0,28÷0,30 W/mK; e questo valore, associato a un accurato disegno delle foratura, e a un conveniente spessore della muratura, può consentire un elevato isolamento termico.
Una muratura in elementi semipieni a facce piane di 35 cm di spessore può raggiungere una trasmittanza U di calcolo (Uni En 1745) pari a 0,5 W/m2K e la massa frontale, ancora sufficientemente elevata (320 kg/m2), consente uno sfasamento dell’onda termica di 14 ore circa, attenuando i picchi di temperatura esterna; ma fornendo anche un’ottima protezione acustica (Rw = 54 dB).
MURI DI MAGGIOR SPESSORE PER UN MIGLIOR ISOLAMENTO
L’aumento dello spessore delle pareti non deve preoccupare: molte regioni ormai svincolano, per legge, la volumetria del fabbricato dallo spessore delle pareti, per la parte eccedente i 30 cm di spessore e fino a un massimo di ulteriori 20÷30 cm.
È il caso di Lombardia, Veneto, Puglia, Basilicata,Umbria e Abruzzo.
Il Consiglio dei ministri ha recentemente approvato in prima lettura uno schema di Decreto legislativo che recepisce la direttiva comunitaria 2006/32/CE. Questo Decreto è ora all’esame della Conferenza Stato Regioni e delle commissioni parlamentari.
Fra le altre misure che verranno adottate, una in particolare interessa il settore delle costruzioni: il Decreto estende a livello nazionale la possibilità di aumentare lo spessore delle pareti oltre i 30 cm e per ulteriori 25 cm e lo spessore dei solai oltre i 30 cm per un massimo di ulteriori 15 cm senza che questo abbia influenza sulla volumetria e sulle superfici utili, purché, ovviamente, l’aumento di spessore sia finalizzato al miglioramento dell’isolamento e/o dell’inerzia termica.
Fondamentale è il fatto che il Decreto ammette la deroga alle norme nazionali, regionali e ai regolamenti locali in tema di distanza minime fra edifici e dalle strade.
I Comuni dovranno quindi adeguare i regolamenti edilizi per non ostacolare il miglioramento energetico degli edifici.
Lo scorporo delle cubature può essere comunque immediatamente applicato poiché il limiti di spessore indicati sono tassativi e non potranno essere modificati da regolamenti locali.
MENO ENERGIA E BASSE EMISSIONI NELL'AMBIENTE PER PRODURRE E COSTRUIRE
Poiché l’ecologicità di un prodotto deve tenere conto di una somma di processi, dalla fase di estrazione della materia prima alla produzione, all’imballo, alla distribuzione, all’eventuale dismissione, ecco che il laterizio può esibire ulteriori pregevoli caratteristiche. Le tecnologie di produzione del laterizio, oggi molto evolute, limitano drasticamente le emissioni nell’ambiente, anche nel caso di laterizio alleggerito con materiali organici (polistirolo o farina di legno). Grazie alla vicinanza delle cave e al raggio di distribuzione relativamente limitato, l’energia di produzione è inferiore del 25 per cento di quella del cemento; è pari al 15 per cento dell’energia necessaria per l’acciaio e al 3 per cento di quella necessaria per produrre alluminio. Dal 1985 a oggi, il consumo unitario per tonnellata di laterizio prodotto è calato del 30 per cento, passando da 2,9 Giga Joule per tonnellata di cotto a meno di 2 GJ/ton. Parallelamente si è drasticamente ridotto il consumo di olio combustibile a favore del decisamente meno inquinante metano, passando da 26•1015 a 5•1015 Joule/anno, con le ovvie benefiche ripercussioni sull’ambiente, riducendo del 32 per cento le emissioni di CO2. E al termine della propria vita utile può trovare impiego come inerte con modesti costi energetici di trasformazione.